venerdì 31 ottobre 2008

L'Intellettuale tra cultura, società, politica e arte


Come è già avvenuto nell'Inferno anche il I canto del Purgatorio rappresenta il preludio all'intera cantica. A segnare continuità con l'Inferno ritornano la proposizione dell'argomento, l'invocazione alle Muse, l'indicazione dell'ora, l'improvviso apparire di Catone; accanto, però a questi elementi, che caratterizzano la nuova situazione poetica della cantica, si distingue nel I canto un tema particolare: quello della resurrezione. Anche la figura di Catone Uticense, il severo custode del Purgatorio è, nel suo ruolo di aiutante, collegata al tema della resurrezione: "Libertà ...ch'è sì cara,/come sa chi per lei vita rifiuta". E così il Catone di Dante , che servì la libertà, ora serve la volontà di Dio, che l'ha onorato, e serve anche , con la sua parola brusca, le anime affidategli. Ricava dalla lettura "Catone detto l'Uticense" le motivazioni che spiegano la scelta di Dante.

venerdì 3 ottobre 2008

Verifica formativa

Esperienza come conoscenza

La verifica vuole aiutarti a comprendere il tema della conoscenza nei termini posti dagli umanisti. Il pensiero di Leonardo è raffrontato a quello di un autore successivo, Francesco Bacone. Vengono percio' messe alla prova le tue conoscenze ma anche le tue capacità di rielaborazione e di confronto.

1)Leonardo Da Vinci polemizzò con quanti ritenevano inutile per la scienza il ricorso all'esperienza. Su che cosa si basava per costoro la conoscenza? Con quali argomenti Leonardo li contestò?
2)Leggi il passo di Leonardo, quindi spiegalo con parole tue.


E se noi dubitiamo della certezza di ciascuna cosa che passa per li sensi quanto maggiormente dobbiamo noi dubbitare delle cose ribelli ad essi sensi, come dell'esenzia di Dio e dell'anima e simili, per le quali sempre si disputa e contende [....].

3)Scrivi un breve testo sul contenuto storico e culturale in cui visse e si formò Leonardo.
4) Il testo che segue è del 1620 e appartiene al filosofo londinese Francesco Bacone (1561-1626)


Coloro che trattarono le scienze furono o empirici o dogmatici. Gli empirici, come le formiche, accumulano e consumano. I razionalisti, come i ragni, ricavano da se medesimi la loro tela. La via di mezzo è quella delle api, che ricavano la materia prima dei fiori dei giardini e dei campi, e la trasformano e la digerisconoin virtù di una loro proprio capacità. Non dissimile è il lavoro della vera filosofia che non si deve servire soltanto o principalmente delle forze della mente; la materia prima che essa ricava dalla storia naturale e dagli esperimenti meccanici, non deve esser conservata intatta nella memoria ma trasformata e lavorata dall'intelletto. Così la nostra speranza è riposta nell'unione sempre più stretta e più santa delle due facoltà, quella sperimentale e quella razionale , unione che non si è finora realizzata.
Da F. Bacone . Novum Organum, in Scritti Filosofici di Francesco Bacone , a cura di Paolo Rossi , Utet, Torino 1975, pp. 607-608

a) Cosa scrive il filosofo?
b) Quali punti di contatto ha con la concezione scientifica di Leonardo?
c) Quali figure retoriche utilizza Bacone per indicare empirici e razionalisti? Perchè propone il metodo delle api?
d)Conosci il nome di un altro studioso che negli stessi anni in Italia teorizzava il medesimo metodo sperimentale?

5) Qual'è la tua opinione sul tema trattato? Esponila in breve.

mercoledì 24 settembre 2008

Recensioni libri


Si sono riaperti i portoni delle scuole e da cinque giorni la IVE è tornata tra i banchi della sua nuova classe! così riallacciandoci al lavoro dello scorso anno ritorniamo tra i banchi della nostra classe in rete: il nostro blog, con l'intestazione già mutata in Quarta E & Futuro pronto a riaccompagnarci in un nuovo anno scolastico! Allora ripartiamo da qui: le vacanze sono finite, la scuola è ricominciata non resta che sintetizzare questi ultimi tre mesi inserendo nei commenti le recensioni dei libri che ci hanno accompagnato quest'estate. Gàrcia Marquès, Kafka, I. Svevo, Goethe, N. Machiavelli, E. Vittorini, Raymond Carver che altro dire...

sabato 7 giugno 2008

Letture estive

L'ultimo giorno di scuola del terzo anno è ormai finito, ora ci aspettano solo le vacanze!
Questi sono i libri che ci accompagneranno quest'estate:

1) Il processo di Kafka

2) Cent'anni di solitudine di Garcìa Màrques

3) Senilità di I.Svevo

4) Le affinità Elettive di Goethe

5) Il Principe di N.Machiavelli

6) Uomini e no di E. Vittorini


7) Il mestiere di scrivere di Raymond Carver (a scelta)



Buone Vacanze e buona Lettura!!!

martedì 3 giugno 2008

(Canto XXXIII) Conte Ugolino: morte atroce e odio eterno di un traditore‏


Ricordare e parlare significa per Ugolino come per Francesca nel canto V, rinnovare il dolore. Il suo racconto sgorga impetuoso solo nella speranza di procurare infamia al nemico, suo compagno di dannazione. Il canto presenta varie tematiche: ferocia delle lotte civili, tragedia affettiva paterna, responsabilità delle proprie scelte politiche. Analizzate brevemente con riferimenti al testo. Nell'invettiva contro Pisa, Dante indica lsa grave ingiustizia commessa dai nemici di Ugolino e invoca sulla città uno spettacolare castigo.
Riassumi i termini del suo discorso.(vv.79-90)

sabato 12 aprile 2008

L'intellettuale tra cultura, società, politica e arte

Delineate, attraverso i testi analizzati, gli elementi caratterizzanti gli aspetti sociali,culturali, poetici nel rapporto tra i due intellettuali Boccaccio e Petrarca: contro l'intellettuale cittadino, la nascita dell'intellettuale cortigiano e del precursore umanista, che dall'alto della sua cultura, si offre a guida del proprio tempo alla ricerca di grandezza e di nobiltà anche in campo civile.

sabato 23 febbraio 2008

L'onore perduto di Pier delle Vigne


















La tormentata riflessione di Pier delle Vigne ripercorre l'aggrovigliato nodo di pensieri che ha trasformato la vittima in un iniquo carnefice di se stesso(ingiusto fece me contra me giusto).Egli riproduce insomma il male da cui è stato colpito, ma, rifiutandosi di esrcitarlo su altri (egli era pur sempre un uomo giusto), finisce di rivolgerlo contro la propria persona. Il suicidio: un diritto inalienabile dell'individuo, padrone di sè e della propria vita, per gli antichi; un peccato mortale per i cristiani; l'estrema affermazione di sè o la protesta contro il mondo ostile per i romantici, l'assunzione della sconfitta individuale dell'uomo che non accetta la propria condizione esistenziale per la cultura del Novecento. Esprimi un tuo parere su questo tema esistenziale e culturale.

Le profezie dell'esilio




















Durante il suo viaggio ultraterreno che si finge compiuto nell'aprile del 1300, Dante si sente rivolgere più volte profezie sul suo esilio, che gli sarebbe stato inflitto il 27 gennaio 1302. A parlargli sono, eccetto in un caso, sempre personaggi coinvolti attivamente nella vita politica del tempo, appartengono o meno al suo schieramento. Ne deriva un'implicita celebrazione della rettitudine morale del poeta, perseguitato a torto e, alla fine, solo nel suo orgoglio.
Già Ciacco(inf.VI,64-75) allude alle lotte fra Bianchi e Neri che colpiranno Firenze, e che vedranno l'intervento di papa Bonifacio VIII: sebbene qui non ci sia un riferimento diretto a Dante (a meno di non identificarlo in uno dei "due" "giusti"che "non vi sono intesi",)è proprio per questi fatti che egli sarà costretto ad abbandonare la città. La prima vera profezia è però quella di Farinata degli Uberti(inf.10, 79-81): egli fa capire esplicitamente a Dante che non potrà tornare in patria, causando in lui un vivo turbamento: Farinata è un avversario, ed è quasi compiaciuto della sconfitta di Dante; tuttavia i due uomini sono accomunati da una passione civile alta e intransigente. Riscrivete la scena dell'incontro tra Dante e Farinata.Cercate di mantenere la struttura ad incastro usata da Dante. Potete usare i dialoghi oppure raccontare col discorso diretto.
Aggiungete elementi e dettagli che possano servire alla caratterizzazione psicologica dei personaggi.

Un dialogo politico su Firenze in mezzo al fango dei golosi




















L'apertura e la conclusione del canto sono collegate sul piano tematico. Nella descrizione iniziale, il poeta sottolinea l'invariabilità della pioggia fredda e maleodorante che tormenta i golosi:"
regola e qualità mai non l'è nova."Nel finale, rispondendo a una specifica domanda di Dante, Virgilio precisa l'unica variazione che la punizione dei dannati subirà: al tempo del Giudizio Universale, infatti, quando si sarà realizzata quella ricongiunzione del corpo con l'anima che rende compiuto ogni individuo umano, aumenteranno da un lato la gioia dei beati, dall'altro la sofferenza dei dannati. Per rappresentare il piano dell'eternità su cui si prolunga all'infinito la punizione infernale, il poeta utilizza il tempo verbale presente, che esprime la forza immutabile di una durata senza intervalli (così nelle parole di Virgilio: Più non si desta...), è il cosiddetto praesens aeternitatis. La parte politica del Canto VI, incentrata sulla profezia di Ciacco, contiene allusioni a partiti politici, personaggi ed eventi storici.Ricostruite la successione dei fatti fiorentini nel periodo 1300-1302, collegandoli con la biografia di Dante.

giovedì 14 febbraio 2008

ETA' DELLE SIGNORIE



Predomina la figura dell'intellettuale cortigiano e una cultura dell'esercizio disinteressato per il signore e per una cerchia ristretta di letterati e uomini di corte in lingua latina e Volgare.L'intellettuale è ambasciatore per una cultura dell'otium letterario e della crescita morale. La cultura è subordinata al potere politico.Delineate gli aspetti più salienti attraverso i testi studiati.Trasferite il post e i link nel blog di classe