
La tormentata riflessione di Pier delle Vigne ripercorre l'aggrovigliato nodo di pensieri che ha trasformato la vittima in un iniquo carnefice di se stesso(ingiusto fece me contra me giusto).Egli riproduce insomma il male da cui è stato colpito, ma, rifiutandosi di esrcitarlo su altri (egli era pur sempre un uomo giusto), finisce di rivolgerlo contro la propria persona. Il suicidio: un diritto inalienabile dell'individuo, padrone di sè e della propria vita, per gli antichi; un peccato mortale per i cristiani; l'estrema affermazione di sè o la protesta contro il mondo ostile per i romantici, l'assunzione della sconfitta individuale dell'uomo che non accetta la propria condizione esistenziale per la cultura del Novecento. Esprimi un tuo parere su questo tema esistenziale e culturale.