sabato 14 marzo 2009

LA MALINCONIA DI NINO VISCONTI E LA CORTESIA DEI MALASPINA

Il celebre inizio collega l'ora del tramonto con la situazione psicologica del viaggiatore che,al morire del giorno, è assalito da affetti e nostalgie. Il rimpianto per la patria lontana non va letto qui come un momento di effusione malinconica, staccato dal contesto. Il motivo psicologico-narrativo anticipa in realtà due temi che emergono nel prosieguo del canto: il pellegrinaggio penitenziale come coraggioso allontanamento dalla Terra e il futuro prossimo dell'esilio dantesco.
Appena disceso ,per invito di Sordello, fra le anime della valletta, Dante vi trova con gioia l'amico Nino Visconti e con una nuova alternanza narrativa, si apre il colloquio di Dante con Corrado Malaspina.Descrivi l'episodio breve e intensocon il malinconico Nino e spiega la profezia di Corrado Malaspina, recupera poi nel canto gli elementi che mettono in luce i rappaorti di solidarietà e di amicizia che vigono fra le anime del Purgatorio.

4 commenti:

IVE ha detto...

“Era già l’ora che volge al disio” è forse uno dei versi più noti della divina commedia, appartenente al canto ottavo del purgatorio di cui saranno protagonisti, oltre ai due poeti pellegrini ancora in compagnia di Sordello, Nino Visconti e Corrado Malaspina.
Sull’intero canto aleggia un sentimento nostalgico (la famosa “nostalgia dell’esule”) innestato in Dante dalla vista di un tramonto e accompagnato in un primo momento dal timore delle anime purganti nei confronti della notte, ora del maligno, e dall’imponenza degli angeli difensori giunti a compiere il loro rituale di allontanamento della biscia infernale. Inoltre, così come in tutta la cantica, sono anche qui presenti elementi di solidarietà tra le anime del Purgatorio: difatti, il poeta ci informa di come esse siano unite dalla preghiera e dalla devozione ( in riferimento all’intonazione del Te Lucis Ante) , e da sentimenti di affetto reciproco e rispetto ( il coinvolgimento del Malaspina da parte del Visconti nel suo dialogo con Dante, ecc.).
Analizzando i personaggi del brano, il primo a presentarsi sarà il giudice Nino Visconti, introdotto come una figura in lontananza che mirava al poeta come se volesse riconoscerlo. Identificatisi l’un l’altro, Dante non gli risparmierà un festoso saluto né una nota di sollievo nel vederlo lì, tra le anime del Purgatorio, anzi che tra i dannati dell’ Inferno. Nino Visconti domanderà a Dante da quanto tempo egli sia giunto alle falde del monte del Purgatorio, e dopo aver ricevuto la sua sbalorditiva risposta che lo definisce come ancora vivente, domanda a poeta di riportare di lui alla figlia Giovanna una volta tornato tra i vivi. Difatti, il Visconti si rammarica di non poter più contare sulle preghiere della moglie, temendo che ella si sia dimenticata di lui passando a seconde nozze. Il risentimento nei confronti della sua vedova porta il Visconti a sentenziare negativamente sulle donne e su come esse diventino facilmente dimentiche dell’amore se i loro sensi non hanno modo di entrare frequentemente in contatto con l’oggetto delle loro attenzioni. Il loro dialogo viene interrotto dall’arrivo della biscia infernale, incarnazione del male, lasciando così spazio all’azione degli angeli difensori nominati sopra. A riprendere a parlare dopo il rituale non sarà più l’anima del politico, bensì quella di Corrado Malaspina, che si era frattanto avvicinata a loro. Dopo aver fatto le sue presentazioni,e dopo averlo identificato come discendente del più noto Corrado il Vecchio, Dante riferirà all’anima come la fama della sua casata sia diffusa in tutto il territorio europeo, tanto da esserne lui stesso a conoscenza nonostante non sia mai stato nei pressi della corte dei Malaspina. Questa affermazione verrà utilizzata dal poeta come espediente per introdurre la profezia di Corrado: non passeranno più di sette primavere senza che Dante abbia avuto modo di verificare personalmente le cortesi dicerie riguardanti la sua casata. L’anima allude, difatti, all’ospitalità offerta dai Malaspina al poeta durante il suo soggiorno in Lunigiana nel 1306 .

Natasha!

IVE ha detto...

Il Canto si apre con un'atmosfera nostalgica che impregna la principale tematica affrontata: l'esilio.
L'esilio viene rappresentato dal giorno che volge a termine, la sera, che chiude un ciclo ed è capace di innescare un meccanismo dettato dalla malinconia per le cose perdute. Il tema del'esilio si contrappone però nel canto alla morale che allontana l'uomo dall'esilio da Dio,essendo l'unica strada per la conoscenza delle proprie fragilità e quindi alla purificazione grazie soprattutto alla fiducia nella divintà. L'esilio assume poi nuove sfumature portando la morale a parlare della cupidigia generale tipica delle varie istituzioni (Comuni, Impero, Papato, feudatari) per ricercare però le virtù morali e quindi la famiglia,ovvero la cosa più cara che l'eslio strappa all'uomo insieme alla sua patria. La famglia è anche la tematica che Dante affronta con l'incontro con Nino Visconti, colloquio affettuoso in cui quest'anima cerca l'amore perduto della moglie aggrappandosi profondamente a quello della figlia che non ha mai dimenticato il padre e l'incontro più severo e forse più realista per il destino del sommo poeta in quanto egli all'incontro con Corrado Malaspina riceve la seconda profezia sul proprio esilio. Ma anche Corrado rappresenta la virtù morale dela famiglia, che anche da anima cerca ancora notizie sulle persone che amò in vita. Corrado è anche il simbolo dellla famiglia che si può acquistare grazie all'ospitalità,infatti Dante vuole ringraziare i Malaspina con la presentazione di quest'anima per averlo accolto durante il suo esilio.
Maria Maccherone

IVE ha detto...

E’ l’ora del tramonto e i pellegrini si trovano nella valletta fiorita con Sordello. Nel frattempo i due angeli discesi dal cielo arrivano nella valletta per sconfiggere il serpente. Bordello invita Dante a scendere sul fondo nella valletta, dove incontra Nino Visconti al quale egli in vita fu legato da sincera amicizia. Visconti chiede a Dante di dire alla figlia Giovanna di pregare per lui poiché la moglie si dimenticò di lui risposandosi. Durante il dialogo Dante guarda il cielo, quando Sordello indica a Virgilio il serpente tentatore messo in fuga dagli angeli. Il canto si conclude con il colloquio tra Dante e Corrado Malaspina nel quale il pellegrino elogia la famiglia Malaspina. A questo punto Corrado gli preannuncia l’esilio rispondendo a Dante che prima che passino sette anni conoscerà per esperienza della famiglia Malaspina.

Valentina Bucalo, Alessandra Cullurà, Soanah Ganci, Elisa Miraglia, Alfio Pugliesi IV E

IVE ha detto...

Giunti al termine di un’altra giornata, i due pellegrini si trovano nella valletta dei pricipi piena di fiori colorati e illuminata da tre stelle splendenti nel cielo. La sera porta con se il ricordo nostalgico che le anime conservano delle cose perdute o lontane, mentre nel poeta fiorentino lo strano presentimento di un’imminente rivelazione. Sarà infatti proprio in questo canto che verrà svelata a Dante la profezia dell’esilio. Proseguendo lungo la valletta, sempre in compagnia del maestro Virgilio, il poeta sarà lieto di incontrare tra le anime del purgatorio (e non tra i dannati dell’Inferno), l’amico Nino Visconti. Si tratta di un incontro in cui dominano garbo, delicatezza e rispetto reciproco tra i due parlanti e dal quale emerge maggiormente il tema spirituale rispetto a quello dei sentimenti umani. Assai più importante per il poeta fiorentino sarà però l’incontro con Corrado Malaspina, signore della Lunigiana: per la prima volta nel Purgatorio Dante ascolterà infatti la profezia riguardo il proprio esilio. Questa tematica accentuerà ancor di più la complessità del canto ricco di una molteplicità di sentimenti e di immagini, arrivando anche a delineare l’aspetto religioso e morale di una situazione di generale mistero, attesa e ansia di conoscenza.

Francesca De Giorgio
Laura Pennisi