venerdì 31 ottobre 2008
L'Intellettuale tra cultura, società, politica e arte
Come è già avvenuto nell'Inferno anche il I canto del Purgatorio rappresenta il preludio all'intera cantica. A segnare continuità con l'Inferno ritornano la proposizione dell'argomento, l'invocazione alle Muse, l'indicazione dell'ora, l'improvviso apparire di Catone; accanto, però a questi elementi, che caratterizzano la nuova situazione poetica della cantica, si distingue nel I canto un tema particolare: quello della resurrezione. Anche la figura di Catone Uticense, il severo custode del Purgatorio è, nel suo ruolo di aiutante, collegata al tema della resurrezione: "Libertà ...ch'è sì cara,/come sa chi per lei vita rifiuta". E così il Catone di Dante , che servì la libertà, ora serve la volontà di Dio, che l'ha onorato, e serve anche , con la sua parola brusca, le anime affidategli. Ricava dalla lettura "Catone detto l'Uticense" le motivazioni che spiegano la scelta di Dante.
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8 commenti:
Il Purgatorio rappresenta la rinascita dell’uomo dal peccato, il percorso attraverso cui si esce dalle tenebre dell’inferno per raggiungere la luce di Dio. Questo è quello che il Purgatorio rappresenta anche per Dante e che egli esprime e ne raccoglie l’argomento nel I dei XXXIII Canti, come nella prima cantica. Anche il Purgatorio, come da tradizione classica , si apre con l’invocazione alle Muse, parte quindi da quella tradizione che per lui come del resto per tutti i medievali, non è altro che il tempo precristiano, ovvero quell’ idea che non vede l’uomo che progredisce e riceve il messaggio cristiano, in un determinato periodo storico, ma l’uomo che vive nel imperfezione che si potrà completare solo con il Cristianesimo. Quindi la storia secondo Dante è sacra in quanto obbedisce alle leggi e ai fini divini. Così il tema trattato nel I Canto, ovvero quello della resurrezione, di cui l’unico evento per eccellenza è quella di Cristo, attraverso cui ogni uomo rinasce, come Dante stesso nel suo percorso di redenzione,quale rappresentante della sua società caduta nel peccato. Come lui anche un’ altro personaggio della seconda cantica rappresenta il tema della resurrezione, Catone l’Uticense, custode del Purgatorio. Egli infatti rappresenta per Dante il martire pagano che si uccide per la libertà morale, interiore e per il libero arbitrio, del resto la libertà è la conquista che si raggiunge nell’ascesa del Purgatorio. Quindi Cantone anche se pagano è degno di esserne il custode, non da eroe politico antitirannico, che non accetta la vittoria di Cesare, ma come eroe morale. Il Purgatorio si contrappone così all’Inferno, Dante infatti dal regno del male passa al regno della purificazione, della redenzione , della resurrezione, dall’oscurità passa ad un paesaggio terrestre, un isola in mezzo all’oceano, si presenta davanti al Dante - personaggio uno spettacolo lirico, dove cerimonie e riti scandiscono il cammino verso la salvezza.
Maria Maccherone
I fan danteschi non si stupiranno se, leggendo il canto primo del purgatorio della divina commedia, si ritroveranno nuovamente in compagnia di catone l’Uticense.
Nominato già nella Monarchia, dove viene riportato un passo di Cicerone che incita a non sottovalutare l’importanza del gesto conclusivo della vita dell’Uticense, e lodato in diversi passi del Convivio, Catone ritorna a far parte della scena dantesca con la carica di custode del Purgatorio, simbolo di dirittura morale e martire per la libertà.
Sembra quasi strano l’inserimento in questo contesto cristiano di un personaggio pagano, suidica e tra l’altro nemico di Cesare (mentre come abbiamo visto, personaggi con simili connotazioni furono collocati all’inferno, o addirittura, in bocca a Satana!). Ma il sommo poeta non avrebbe mai lasciato i suoi lettori insoddisfatti, privi di una spiegazione riguardo la sua scelta: è così che astrae il personaggio di Catone dal suo contesto storico e politico terreno, e lo pone emblema della resurrezione, tematica principale e ricorrente in questa sua parte di produzione letteraria.
Così come Catone, difatti, ha liberato la sua anima dalla vita terrena oppressa dalla servitù politica al fine del raggiungimento della libertà, in egual modo le anime del Purgatorio compiono il loro cammino di purificazione dell’animo dal peccato. E’ così la libertà, indifferentemente dal contesto, diventa in ogni caso sinonimo di resurrezione, elemento di cui Catone non è rappresentante in modo allegorico, ma in quanto espressione di sé, della sua stessa personalità, superiore ed imparziale, esempio di virtù e giustizia.
Natasha :) :)
Eccoci giunti nella seconda cantica:il purgatorio. Questo al contrario dell'inferno è un
luogo dove c'è più speranza, più armonia. Dante e Virgilio gingendo ai piedi della montagna notano subito tuttequestecaratteristiche. La luce, qui, è molto importante, in quanto non è più artificiale come lo era nell'inferno, ma vi è una luce naturale, simbolo di speranza. Molto importanti sono le quattro stelle (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza), che simboleggiano allegoricamente le virtù cardinali, le quali non furono mai viste da nessuno, eccetto da Adamo ed Eva, prima che venissero cacciati dal paradiso terrestre. Nel proemio di questo canto troviamo l'invocazione alle Muse. In questo caso è Calliope, la musa della poesia epica. Dopo il proemio, il poeta descrive il paesaggio purgatoriale. Fatto ciò, lo sguardo viene rivolto al custode del purgatorio: Catone l'Uticense. Qui è rappresentato in segno di lutto per la fine della libertà politica. La scelta di Dante di mettere un suicida
a custodire il purgatorio, è strettamente legata al mondo pagano e mondo cristiano. Catone
è simbolo della coscienza del dovere e della virtù realizzata, infatti lui non si uccise per motivi personali o elogistici, ma per dare un esempio di amore per la libertà. Catone rivolgerà delle domande ai due visitatori, delle quali risponderà e spiegarà tutto
Virgilio, chiedendogli il permesso di fargli visitare il purgatorio, cosicchè, quando Virgilio ritornerà nel limbo possa ricordalo e ringraziarlo alla moglie Marzia, per il permeso concedogli. Inoltre gli spiegherà i motivi per cui si trovano lì e cioè per volere di una donna, appoggiata da Dio. Venendo a
conoscienza di ciò Catone prima di lasciarli procedere gli dice a Virgilio di far purificare il volto di Dante e di cingerli i fianchi con un ramo di giunco(simbolo di umiltà), cosicchè si possa presentare senza macchie al primo angelo del Paradiso.Il canto
si chiude con la purificazione di Dante e la visione delle ricrescita del giunco da dove
Virgilo l'ha strappato.
Valentina Bucalo
Nel primo canto del Purgatorio, quando si è appena entrati nel nuovo regno, rincontriamo la figura di Catone l’Uticense come custode del regno. Ciò che colpisce subito il lettore è la stranezza di una scelta simile: perché Dante pone Catone in Purgatorio, visto che questo personaggio dovrebbe stare tra gli spiriti del Limbo oppure fra i suicidi?? Catone infatti oltre ad essere un pagano, si uccise rifiutando la sua vita. Questa scelta può essere spiegata studiando qualche particolare della sua vita: egli scelse la morte, anziché rinunciare alla libertà politica, che Cesare aveva sottratto ai pompeiani come lui. Ed è proprio il concetto di libertà che porta Dante a collocare Catone in Purgatorio: Catone si è ucciso per difendere la sua libertà e quindi si trova nel Purgatorio poiché simboleggia la libertà dal peccato che le anime pentite del Purgatorio cercano.
Elisa MIraglia
Dante, innanzitutto, ambienta il Purgatorio in antitesi con l’inferno, che parte da una profonda voragine nel mezzo di Gerusalemme per finire nell’emisfero opposto, dove si trova la montagna dell’Eden, che Dante, insieme agli altri penitenti, dovrà scalare. Egli, uscito dalla notte infernale, viene circondato da una luce aurorale, che illumina il paesaggio silenzioso, inoltre la luce dà l’impressione di un ritorno alla vita, e fa in qualche modo dimenticare le pene viste con la prospettiva di una futura consolazione. Ma tutto ciò viene bruscamente interrotto dall’arrivo di un uomo anziano, che pretende da Dante e Virgilio una spiegazione sul loro inconsueto viaggio. Quest’uomo è Catone, che si era ucciso, a causa di Cesare, per difendere la libertà della repubblica e per non essere mai umiliato nella sua libertà, ora viene collocato qui a guardare l’entrata del purgatorio. Virgilio rispose a Catone che era stata la volontà celeste a volere il viaggio e quindi Catone li lasciò passare esortandoli a compiere i riti prescritti. Dante pone Catone, un suicida, tra i salvi, ciò portò a delle discussioni, infatti è parso contraddittorio che Dante esalti il fatto che Cesare fu sotto la protezione divina e poi conferisce tanto onore al suo avversario. Bisogna, però, aggiungere che nella letteratura italiana del tempo Catone viene visto come l’emblema della libertà e anche un uomo virtuoso. Inoltre, Catone viene elogiato in molte opere dantesche. In Catone non si riscontra alcuna traccia di male, in quanto aveva raggiunto la perfezione morale, e grazie proprio al suicidio Catone riceve quest’onore. Secondo Dante, inoltre, la libertà morale deriva da un duro sforzo fisico di purificazione. Ed ora Catone, che inizialmente servì la libertà, serve Dio. Questo canto iniziale, come quello dell’inferno, si costituisce di una serie di invenzioni allegoriche che vengono risolte di volta in volta con invenzioni poetiche, come la purezza del paesaggio e il ritratto fisico e morale di Catone.
Laura Pennisi
Così come la parola finale “stelle” accomuna le tre cantiche dantesche (con evidente riferimento alla tendenza che l’anima cristiana ha verso la figura di Dio), anche il primo canto del Purgatorio trova un punto in comune con quello dell’Inferno attraverso una protasi e un’invocazione da parte del poeta fiorentino.
Uscito dalla voragine infernale e ora in attesa sulla spiaggia di un’isola, ove si innalza la montagna del Purgatorio, Dante (sempre guidato dal suo “maestro” Virgilio) intraprenderà la seconda tappa del suo viaggio nell’oltretomba. Prima di proseguire il poeta affronterà però il tema della purificazione delle anime, anticipazione della loro ascesa al Paradiso, nonché l’invocazione alle muse (in particolar modo a Calliope), affinché possano proteggere e allo stesso tempo innalzare il suo canto verso l’eterna beatitudine.
Con il presagio dell’alba a rafforzamento dell’attesa di un qualcosa di meraviglioso e “puro”, il lettore crederà ormai di essersi assuefatto al mondo apparentemente sereno e pacifico cui Dante si affaccia; dovrà invece stupirsi ancora quando, continuando la sua lettura della commedia fiorentina, scoprirà che la figura del vecchio apparso improvvisamente vicino a Dante è quella di Catone l’Uticense, nei panni di custode del Purgatorio. Sorgerà allora spontanea la domanda: perchè la scelta di un intellettuale con una così intensa sensibilità religiosa, ricade invece su un pagano, nonché suicida e anticesariano?
La premessa che un tempo il suicidio per la libertà non fosse considerato un gesto imperdonabile, bensì dimostrazione di coraggio (Catone preferisce infatti rinunciare alla propria vita piuttosto che alla condizione di uomo libero), potrebbe già essere una testimonianza a favore dell’importante decisione presa dal poeta. Il Catone dantesco risulta, non tanto una figura storica dai contorni ben delineati, bensì una figura “ideale”; egli è simbolo di libertà morale, raggiungibile solo attraverso le virtù umane (qua espresse dalle quattro virtù cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza )e di senso della giustizia, entrambi valori che permetteranno di porre in secondo piano il fatidico gesto da lui compiuto.
Francesca De Giorgio
CATONE
CATONE E’ IL CUSTODE DEL PURGATORIO,UNA FIGURA DI “VEGLIO” APOCALITTICO ,UNA FUSIONE DI “EROE ROMANO” E DI “PATRIARCA BIBLICO”.
LA FIGURA DI CATONE CI VIENE PRESENTATA COME QUELLA DI UN UOMO CON LA BARBA E I CAPELLI LUNGHI,IN SENSO DI LUTTO PER LA FINE DELLA LIBERTA’ POLITICA.
DANTE SCEGLIE UN POLITICO ROMANO,CHE LOTTO’ CONTRO CESARE, PER AFFERMARE LA LIBERTA’ REPUBBLICANA E CHE,DOPO DOPO LA SCONFITTA,
SI SUICIDO’.
EGLI SCEGLIE PROPRIO UN SUICIDA PERCHE’ E’ UN PAGANO CHE DIO HA TOLTO(SECONDO DANTE) ,
QUESTA FIGURA MOSTRA IL LEGAME CHE C’ERA TRA MONDO PAGANO E MONDO CRIATIANO.
CATONE CON IL SUO GESTO IRONICO CI DA L’ANTICIPAZIONE DELLA LIBERTA’ CRISTIANA DEL MALE.
ED E’ COSI CHE IL CATONE DI DANTE,LODATO SPESSO NELLE SUE OPERE,CHE PRIMA SERVIVA LA LIBERTA’ ORA SERVE LA VOLONTA’ DI DIO.
CULLURA’ ALESSANDRA
CLASSE 4° E
L’impostazione retorica del primo canto del purgatorio rispecchia la solennità conveniente ad una sequenza di apertura, e in particolar modo a quello che sarà il regno delle anime destinate alla beatitudine eterna: il Purgatorio. Il primo canto si apre dunque con un proemio in cui possiamo distinguere l’enunciazione dell’argomento della cantica e l’invocazione alle Muse. Da qui segue un’accurata descrizione del paesaggio circostante ricco di luce e splendore, per poi passare alla presentazione del personaggio chiave dell’intero canto: Catone l’Uticense. Catone riveste un ruolo importante, quello di custode del Purgatorio, in quanto viene visto da Dante come emblema di libertà. Questa figura è stata molto spesso messa in discussione, infatti, sembra strano che Catone essendo un pagano e oltretutto un suicida venga posto nel Purgatorio piuttosto che nell’Inferno. Dante ci spiega il motivo della sua scelta facendo pronunciare a Catone stesso la frase "Libertà ch'è sì cara,/come sa chi per lei vita rifiuta". Questo denota il fatto che Catone, a causa del suo rigido carattere e della sua perfetta morale, preferì uccidersi per i suoi ideali piuttosto che rinunciare a questi stessi e vivere grazie alla clemenza di Cesare, che gli avrebbe perdonato la sua strenua lotta per difendere le libertà repubblicane. Adesso Catone, con lo stesso ferreo e determinato carattere, funge da guida spirituale per quelle anime affidategli da Dio e che sono all’inizio del loro viaggio per raggiungere la salvezza.
Leonardo Lizzio IV E
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