venerdì 21 dicembre 2007

"Sanza 'nfamia e sanza lodo" ( Canto III)


La vita per Dante è azione, responsabilità e rischio di scelta, battaglia.Se la vita è azione , il più fiero disprezzo cade su coloro, che non hanno speso il dono della vita, mantenendosi , per calcolo, per paura, neutrali tra il Bene e il Male, in una posizione di non-scelta.Su costoro Dante fa scendere non solo la condanna del cielo, ma anche quella dell'Inferno.Degli ignavi infatti Dante dice:"sciaurati che mai non fur vivi" e il loro drammatico contrappasso:
" erano ignudi e stimolati molto
da mosconi e da vespe ch'eran ivi".
Spiegate perchè essi sono collocati nell'Antinferno.
Indicate con quali strumenti Dante riesce a rendere quasi visivamente l'impressione del pellegrino che si imbatte in una realtà nuova, che può cogliere-per ora solo auditivamente- e ciò accresce l'orrore e la paura.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Gli ignavi sono coloro che in vita si astennero dal partecipare agli eventi soprattutto a quelli che portavano a scelte importanti.La loro colpa è di non aver mai vissuto per un ideale,di essere sempre rimasti inerti e indifferenti.
Tra queste anime Dante ne riconosce una,forse quella di Celestino V l'unico papa della storia che abbia abdicato, cedendo il pontificato a Bonifacio VIII, colui che Dante ritiene il responsabile della decadenza del suo tempo.
Gli ignavi si trovano nell'Antinferno poichè cacciati dal Paradiso e nel contempo dall'Inferno in una condizioe così spregievole da invidiare gli altri dannati:nudi e punti da mosconi e vespe, il loro sangue si mescola alle lacrime.
Nel V canto, Dante ci offre il primo impatto diretto con le anime dell'Inferno. All'udir di sospiri,pianti,parole di rabbia e dolore,Dante pianse per la prima volta.
Classe 3E Sara.Manuela F,Serena;Manuela S e Simona.

Leo ha detto...

Attraversata la porta dell’Inferno, con le sue iscrizioni poco rassicuranti, Dante e Virgilio si immergono nell’Antinferno: questo è il luogo dove le anime vengono traghettate dal mostruoso Caronte, denominato appunto “il traghettatore di anime”, attraverso il fiume Acheronte, nell’inferno ed è dimora degli ignavi. Queste sono anime disprezzate per non essersi schierati con nessuno durante la loro vita, sono stati vili ed egoisti e per questo motivo, cioè per il fatto che “visser senza ‘nfamia e senza lodo” “il profondo inferno non li riceve ch’alcun gloria i rei avrebber d’elli”, cioè non vengono accettati dall’inferno perché gli altri dannati potrebbero aver motivo di vanto. La pena del contrappasso che gli è stata assegnata consiste nel rincorrere un’insegna priva di significato, mentre il loro corpo nudo viene punto da vespe e mosconi, e il sangue che gocciola dalle ferite da esse provocate viene mangiato dai vermi ai loro piedi. Virgilio disprezza queste figure tanto che dice di andare avanti e di non perdere tempo con anime tanto “parve”, “non ragioniam di loro ma guarda e passa”. A causa dell’infamia di queste anime Dante non ne nomina neanche una, ma allude alla figura di Celestino V, che rinunciando al pontificato con un “gran rifiuto” permise a Bonifacio VIII di diventare Papa. Questo è il motivo principale per cui Dante, intellettuale impegnato, rinnega queste anime.

Lizzio Leonardo III E

IVE ha detto...

Gli ignavi sono coloro che hanno condotto la loro vita passivamente, senza mai aver preso decisioni concrete o essersi schierati in alcuna delle fazioni in cui il mondo era all’epoca diviso (indipendentemente dall’ambito preso in considerazione).
Dante, quale uomo d’azione e intellettuale “vate”, prova una radicale avversione è riscontrabile anche nel canto terzo della Divina Commedia, ambientato nell’Antinferno, luogo antecedente al fiume Acheronte. Qui gli ignavi sono stati assegnati dalla legge del contrappasso, costretti a vagare eternamente su un suolo ricoperto di vermi, rincorrendo un’insegna e attorniati e punti da mosconi e vespe. Fra le anime dei dannati possiamo trovare anche quegli angeli che, al tempo della rivolta di Lucifero, non parteggiarono né per Dio né contro. A causa della loro neutralità furono così cacciati dal Paradiso e mandati all’Inferno. Ma neanche qui riescono ad essere collocati in un girone, così come gli altri peccatori di ignavia. Vengono così relegati nell’Antinferno!
La prima impressione che Dante riceve una volta entrato a contatto con questo luogo è una sensazione di estrema confusione che, accompagnata da una profonda ostilità, mescolata con sospiri e urla, infonde a Dante sentimenti di paura nei confronti di ciò che non conosce, poiché non riesce difatti a vederne la fonte a causa dell’oscurità del luogo.
Dopo un momento di esitazione, grazie alla figura e alle parole di Virgilio riesce a non farsi sopraffare dalla vigliaccheria. La descrizione delle sensazioni di Dante (incertezza, timore) contribuisce a coinvolgere il lettore con la drammaticità del luogo e della situazione.

Natasha P.,Maria M.,Francesca D.G.,Laura P. IIIE

IVE ha detto...

Gli ignavi sono coloro che in vita rimasero inerti e non riuscirono mai a prendere una vera posizione. Dante li colloca nell’antinferno poiché in vita non avevano commesso peccati specifici. Queste anime sono costrette a correre, senza mai fermarsi, dietro un’insegna, e sono continuamente punzecchiati da mosconi. Il motivo per il quale Dante condanna così severamente l’ignavi è l’ostilità nei confronti di Bonifacio VIII: responsabile, secondo Dante, della corruzione della chiesa e del dominio dei Neri a Firenze. Bonifacio salì al potere grazie a Celestino V, che a causa della sua viltà rifiuto la carica di papa. Dante oltrepassando la porta infernale sente rumori, gemiti, pianti, urli, provocati dalla sofferenza di questi dannati: ma non conoscendo l’origine dei lamenti è assalito da un forte senso di paura che lo porta alla disperazione. Successivamente, Virgilio,suo maestro, riesce a chiarire ogni suo dubbio. A questo punto, Dante, viene condotto sulle rive dell’Acheronte, dove, grazie all’incoscienza provocata da un terremoto, giunge all’inferno.


Elisa Miraglia
Valentina Bucalo
Alessandra Cullurà III E